In queste parole Maria ha espresso
il segreto più profondo della sua stessa vita. La sua vita infatti è stata un grande «sì» al Signore. Giovanni Paolo II FATE QUELLO CHE VI DIRÁ Quel segno, quel miracolo simbolo del nostro Pellegrinaggio universitario, descritto nel Vangelo di Giovanni, è avvenuto perché dei servi hanno fatto esattamente quello che la madre di Gesù ha detto loro di fare: «…tutto quel che vi dirà…». Tutto quel che Gesù ha da dirci è il tesoro prezioso per le persone che si fidano di Lui. Conoscere bene e completamente (tutto) il messaggio cristiano è fondamentale per essere felici, per impostare la vita sulla Parola che sostiene i nostri desideri, che ci svela la pienezza dell’amore di Dio in mezzo a noi. E quel messaggio è promettente, non ancora tutto pronunciato (il verbo al futuro), per spingerci oltre il nostro piccolo orizzonte presente. Ascoltare bene ciò che Gesù dice presuppone la buona disponibilità a fare ciò che Lui dice. I giovani sanno mettersi in ascolto della Parola di Dio, sinceramente, e sanno anche accorgersi delle difficoltà che i più grandi hanno a mettersi in ascolto. La sfida è quella di vedere tutti, studenti docenti, personale amministrativo e cappellani impegnati nella ricerca con lo stesso sguardo di Maria che vede – prima di altri – ciò che manca alla gioia di una vita e interviene perché la festa sia completa per l’intera comunità degli uomini rappresentata in quella scena nuziale. Il verbo “fate”, chiaramente espresso da Maria nel brano evangelico, potrà essere preceduto idealmente anche dal verbo “ascoltate”, condizione di ogni agire maturo e consapevole. La prima mossa necessaria per arrivare a percorrere bene un cammino di fede è l'obbedienza. Obbedire non è un gesto passivo, vuoto e senza significato; ma è in primo luogo una forma di fiducia nei confronti di una persona. Avere fiducia è un atto di maturità umana e spirituale, in quanto si vede nella persona che sta di fronte qualcuno atto a costruire la mia vita, che può dare una svolta significativa alla mia esistenza; e potrebbe darmi la forza di trovare una soluzione alle mie difficoltà. In secondo luogo obbedire è sinonimo di collaborazione. L'obbedienza si chiede perché si cercano collaboratori. E' quello che succede proprio ai servi, i quali prendendo sul serio l'invito rivolto loro della madre di Gesù, si accorgono che collaborare con Gesù Cristo significa essere protagonisti e non semplici uomini che ricoprono ruoli marginali. L'obbedienza, come collaborazione, se fatta seriamente, restituisce dignità a tutti gli uomini e li fa realizzare pienamente. La seconda mossa indicata dalla Madonna è la speranza: "Fate quello che vi dirà". La virtù della speranza è importante per la propria adesione a Gesù Cristo. Avere speranza significa prendere coscienza dei propri problemi, delle difficoltà, delle cause dei nostri disagi e capire che non sono la parola definitiva che costringe l'uomo alla resa finale, ma che esiste Qualcuno che si è addossato tutto ciò e con la sua vita ha illuminato i vicoli ciechi e le strade senza uscita della nostra quotidianità. Questi sono i mezzi che la Madonna ci suggerisce come inizio di un cammino di fede serio ed autentico. La fede può essere percepita come un gesto primordiale, fondamentale e spontaneo di adesione, dopo di ciò diviene una chiara intenzione di muoversi ed agire sempre in comunione con Gesù Cristo, e si sviluppa in un eterno movimento che orienta verso la persona di Colui che è stato inviato dal Padre. Il Cristiano, comportandosi in tale maniera, assume la stessa posizione del Figlio proprio come è descritta nei versetti iniziali del vangelo di Giovanni; si sta "pros" verso il Figlio come Questi è verso il Padre, un dinamismo continuo che produce come logica conseguenza la testimonianza attiva nella vita abituale. |