LE TESTIMONIANZE GIUNTE DOPO IL PELLEGRINAGGIO
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Devo dire che è stata davvero una giornata "piena"; in tutti i sensi! Primo tra tutti è stato proprio lo spirito con il quale ho partecipato a questo pellegrinaggio! La giornata è passata molto velocemente, e a volte anche in modo distratto. Purtroppo questo è quello che succede quando si vive qualcosa da"dietro le quinte". Tutto questo non è stato però un limite, bensì un modo diverso di vivere l'evento!Quello che mi ha colpito di più è stato proprio il tema centrale "fate tutto quello che vi dirà"!Nelle vecchie traduzioni manca quel "tutto" che Maria esclama ai servi. Nelle nuove traduzioni questo "tutto" è stato aggiunto (rispettando meglio la traduzione) e secondo me non può passare inosservato! Questo "tutto" non ci viene detto da un Apostolo qualsiasi, o da un personaggio dei tempi a caso; ci è stato detto direttamente da Maria, madre di Gesù! Chi meglio di lei conosceva suo Figlio? C'è un motivo per il quale ha esclamato questa frase e durante il pellegrinaggio, più volte, è stato approfondito il significato di questo "fate tutto quello che vi dirà"! Non solo dobbiamo ascoltare, quindi, le parole di Gesù e metterle in pratica, ma dobbiamo farlo ancora meglio! Dobbiamo fare davvero"tutto"! Penso che per i giovani d'oggi sia stato un grande spunto di riflessione, un invito a prendere seriamente il Vangelo in mano, portarlo nelle nostre vite e viverlo fino in fondo! Maria ci fa da garante! E così ripartiamo con il desiderio di provare e riprovare, partendo dalle più piccole azioni della nostra vita quotidiana. In particolar modo noi che stiamo a contatto con i malati, dobbiamo cercare di vivere le parole del Vangelo, attuarle e anzi portarle a chi ne ha bisogno, certi di fare la Sua volontà! |
Agli studenti della Star Rose Accademy. Cari ragazzi, sono una religiosa ed ho accompagnato a Pompei gli studenti della mia sede universitaria. La giornata di Pompei era l'ennesima attività da organizzare nella piena dei miei impegni che non mi danno tregua per riposare un po’. Sono venuta a Pompei con un grido interiore di richiesta di aiuto, di luce, e che Maria mi aiutasse nelle mie difficoltà di questo momento. A vostra insaputa siete stati degli strumenti nelle mani del Signore e di Maria che si sono serviti dei vostri talenti per toccare tanti cuori feriti e stanchi e tra questi c'ero anch'io. La rappresentazione della scena evangelica delle nozze di Cana così ben rappresentata in chiave moderna, mi ha toccata e commossa profondamente. Il grido Non ce la faccio più! era anche il mio grido e la risposta a questo grido è stata Maria con la sua dolcezza e la sua tenerezza di Madre così discreta, così attenta a non invadere mai, così pronta quando finisce il vino, quando non ci sono più energie ne fisiche, ne spirituali; quando non basta il tempo per fare ciò che ci è chiesto di fare, quando il sorriso si spegne, quando ci allontaniamo da Gesù........Lei si fa presente e dolcemente ci riporta nelle braccia del Buon Pastore. Vi dico GRAZIE per essere stati veicoli di grazia, di luce interiore, di speranza! Prego il Signore affinché vi guidi e vi sostenga nei vostri studi e nella vostra vita per poter diventare i nuovi evangelizzatori dei vostri coetanei (ma non solo) e Maria nostra dolce Madre vi sia sempre accanto per consolarvi e confortarvi. |
L’aver avuto la possibilità di partecipare a questa giornata è stata una grande opportunità, visto i risvolti positivi che ha portato. Questa giornata mi ha dato la possibilità di fare nuove amicizie e trascorrere dei momenti molto intensi di preghiera espressa in diversi modi, tra cui il canto, la recita del Santo Rosario, e la pienezza della celebrazione eucaristica. La cosa dalla quale sono stato attratto è stata la partecipazione attenta, con la quale numerosi giovani partecipavano a questi momenti. Ciò mi ha fatto riflettere sulla gioia interiore che si può trarre da questi momenti se vissuti in pieno, gioia che ci avvicina al Signore. Nell’iniziare questa gironata, mi sono proposto di viverla a pieno, dedicandomi quanto più possibile alla “cultura dello Spirito”, in quanto noi giovani siamo restii alla preghiera. Il momento che ho tanto atteso durante la giornata è stato proprio quello della celebrazione eucaristica, per dire il mio TI AMO GESÚ. Nel pronunciare queste parole ho sentito un brivido lungo la schiena e i battiti accelerare d’amore. Spero di trascorrere altre giornate simili e di proseguire sempre nella strada intrapresa, seguendo i vari insegnamenti che la nostra scuola ci trasmette giorno dopo giorno, sia spiritualmente che culturalmente, sotto o sguardo Tenero di Maria. Grazie di tutto. |
Il giorno 20 novembre si è svolto il pellegrinaggio degli universitari e accoglienza delle matricole. La meta dell’anno scorso è stata la città de L’Aquila che nonostante fosse ancora scossa per il terremoto, ci accolse comunque a braccia aperte. Stessa disponibilità e apertura all’incontro, l’abbiamo trovata nella cittadina di Pompei che non avevo mai avuto la fortuna di conoscere fino a qualche giorno fa. Alle ore 7:00 ho incontrato il mio gruppo per prendere il pullman e dare il via a questa giornata con tutto l’entusiasmo di scoprire come si sarebbe svolta. Subito c’è stata consegnata la sacca del pellegrino e già lì iniziava a sentirsi quel clima di condivisione che ci ha poi accompagnato per tutta la giornata. Il viaggio è iniziato con una preghiera con la quale abbiamo affidato alla Madonna il viaggio e l’intero pellegrinaggio. Dopo la preghiera abbiamo ascoltato un cd che avrebbero avuto tutti i 56 autobus che in quello stesso momento da Roma e Napoli si muovevano verso la stessa meta. Questo cd inciso da Padre Massimo e altri due ragazzi ci ha spiegato cos’è un pellegrinaggio e come nasce il pellegrino. Il termine pellegrino deriva dal latino peregrinus aggettivo usato nel confronti di chi era un forestiero o uno straniero. Il pellegrinaggio era il viaggio che lo straniero faceva verso terre sconosciute che lo portava ad incontrare persone nuove così come nuove sarebbero state le culture che avrebbe conosciuto nel viaggio. Nel cd ci veniva spiegato anche, che ogni capogruppo di ogni pullman avesse una brocca sulla quale dovevamo scrivere i nostri nomi e così abbiamo fatto. Quella brocca sarebbe servita per la trasformazione dell’acqua in vino, acqua dal greco udorudor – udatos, acqua come l'elemento primario, da cui ed attraverso cui il mondo sorse e fu creato e quindi simbolo di vita, e il vino simbolo di trasformazione di rinascita a nuova vita. L’acqua era riposta in giare di pietra che simboleggiavano la purificazione. Arrivati a Pompei siamo stati accolti da un armonioso paesaggio e da tantissima gente che abbiamo seguito senza chiedere dove ci saremo dovuti muovere perché loro avevano gli stessi nostri occhi e le stesse nostre sacche delle pellegrino, tutti andavamo nello stesso posto. Tutti anche non conoscendoci avevamo lo stesso spirito. I sorrisi spuntavano dappertutto e gli occhi che si incontravano erano tutti accesi da una luce che solo chi l’ha vissuta sa da cosa provenisse. Dietro il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario era stata allestita un area meeting, una vera e propria area di incontro con un palco nella parte opposta dell’ingresso. La cosa che ho notato è che la struttura in cui avevano posto le sedie in questo grande spazio all’aperto, era a forma di due grandi braccia, forse ero presa dall’entusiasmo, ma ho dato senso ad ogni cosa. Quando sono arrivata in quel grande prato è stato come se ci stessero aspettando e che la cosa si sarebbe ripetuta in ognuno di noi, seppur tanti eravamo, se ne aspettavano sempre di più, e tutti sarebbero stati accolti con lo stesso entusiasmo. Tutti uguali a tutti. L’inno della giornata era il canto “Fate tutto quello che vi dirà” che è stato poi seguito con il cuore e la mente, pensando ogni parola di quell’inno e ricordando che “Lui più di noi ci crede, che la nostra acqua in vino nuovo cambierà. E così insieme a Lui, ci ameremo più che mai e la nostra casa avrà la Sua gioia”. Le parole “Fate tutto quello che vi dirà” sono state pronunciate da Maria, fate tutto quello che vi darà Gesù e come lo stesso Giovanni Paolo II ha detto: In queste parole Maria ha espresso il segreto più profondo della sua stessa vita. La sua vita infatti è stato un grande <<si>> al Signore. Tutto quel che Gesù ha da dirci va ascoltato e poi seguito con totale obbedienza, va rispettato e difeso come il più grande dono di cui poteva disporci, soprattutto in un tempo in cui i giovani si lamentano della mancanza di stimoli, dell’inesistenza di idoli da seguire, scegliamo di seguire Lui che ci ha sempre dato indicazioni su come fare, bisogna solo lasciarlo entrare. Ecco il significato che io ho dato all’inno di questa giornata. L’accoglienza di Sua eccellenza Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo Prelato di Pompei e Delegato Pontificio ci ha fatto ancor di più capire l’entusiasmo di tutta l’organizzazione, e ha espresso a parole il pensiero di tutti i quattromila giovani presenti, ovvero affidarci al Signore affinché ci avrebbe permesso, almeno in mattinata, di salvare questa giornata dalla pioggia. Poi si sono susseguite delle testimonianze di giovani di Scampia che ci parlavano della speranza, che loro hanno riposto in Dio, che le cose cambino in quel paesino che sappiamo uno dei più dimenticati dalle istituzioni. Le testimonianze si sono alternate a musical e canti dei giovani dell’accademia di arte e spettacolo “Star Rose Academy” che hanno riportato in scena Le nozze di Cana. A seguire è intervenuto Sua Eccellenza Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense. In seguito abbiamo condiviso il pranzo, ci ritrovavamo in quattromila in fila, per mangiare le stesse cose, tutti uniti nella stessa grande struttura. Anche nel mangiare veloci per far sedere altra gente che era rimasta in piedi, ho trovato un senso, perchè tutto era un continuo vivere insieme in una giornata da pellegrino, condividendo e apprezzando come non mai ciò che ci veniva dato. |
Come ogni pellegrinaggio quello del 20 novembre 2010 a Pompei è stato ricco di emozioni. Partiti troppo presto e forse un po’ influenzati dal tempo ci eravamo quasi scoraggiati; ma poi più la meta era vicina e più l’emozione cresceva, ricchi di gioia e pronti a tutto non vedevamo l’ora di condividere questa giornata insieme a tutti gli altri ragazzi. Ad accoglierci i ragazzi della Star Rose Accademy con la rappresentazione della scena evangelica delle nozze di Cana, molto ben rappresentata in chiave moderna, ed è da qui che è partita la mia riflessione, il grido “Non ce la faccio più!” al centro di tutto, finalmente non mi sono sentita sola, finalmente il mio grido era anche quello di altri, finalmente ad unirci una sola cosa: la risposta di Colei così tanto dolce e tenera, la risposta di una mamma tanto attenta, sempre pronta quando le energie fisiche e SPIRITUALI non ci sono più, la risposta di Maria che, come ha affermato Mons. Lorenzo Leuzzi “Consegnandoci quella preziosa corona ci invita a metterci alla sua sequela, a conoscere e meditare quante meraviglie Dio ha compiuto nella sua vita …..che ci dirà ancora una volta di fidarci del suo Figlio … ci inviterà a vivere “tutto quello che vi dirà”. Inoltre le testimonianze di alcuni ragazzi mi hanno aperto il cuore, ragazzi che come me hanno vissuto momenti difficili e di sconforto, momenti in salita, pieni di sofferenza e poca spiritualità, momenti di allontanamento da Gesù; ragazzi che però sono riusciti a ritrovare se stessi nel dialogo col Signore, che nonostante gli impegni di studio hanno voluto ritrovarlo e viverlo intensamente nella preghiera, che vivendo in parallelo studio e preghiera hanno superato ogni tipo di difficoltà. Come biasimarli? La pace che si prova nell’incontro con Lui è indescrivibile, sfido chiunque a farne a meno! Il mio augurio e la mia speranza è che tutti abbiano fatto proprio il messaggio di questo pellegrinaggio “FATE QUELLO CHE VI DIRA’”, perché solo Lui e sempre Lui al nostro fianco illumina il nostro cammino e ci aiuta a prendere le decisioni più opportune per la nostra vita non solo spirituale ma anche materiale. |
Del pellegrinaggio a Pompei, mi rimane prima di tutto l’entusiasmo di tornare a fare una “gita scolastica” con i nuovi compagni di classe e di scuola. L’incontro con i ragazzi, l’opportunità di poterli conoscere meglio attraverso un dialogo più intimo. Questa aspettativa ha trovato ampio riscontro soprattutto durante il viaggio in pullman. La mattinata mi ha dato molte emozioni: il radersi delle nuvole cha hanno lasciato spazio ai caldi raggi del sole, come risposta alla nostra esplicita preghiera proposta da sr. Filomena. La rappresentazione degli studenti della Star Rose Accademy, che ha avuto per me un momento particolarmente toccante tanto da portarmi alla commozione. L’arte è strumento di manifestazione di emozioni ed è per questo anche terapeutica. Noi siamo riusciti ad avere questa opportunità attraverso l’espressione del canto. Il coro è stato unione, armonizzazione, conoscenza reciproca e sincera preghiera. La canzone “Servo per Amore” è per me l’inno di questo mio periodo di vita. La riconosco come mio punto di riferimento da cui attingere forze per avanzare in questo cammino di studi. Nel cantarla sento lo sforzo del necessario impegno personale, la speranza del tempo del raccolto, la gioia di poter arrivare un giorno ad essere una “professionale” serva dell’umanità. Il servizio durante il pranzo ha sfogato e saziato il mio innato bisogno di agire e di sentirmi utile. Ho avuto modo anche di danzare in cerchio con molti altri ragazzi nella sala dopo aver mangiato insieme. L’immagine originale della Madonna del Rosario, mi ha regalato un momento di pace per ringraziare delle forze ricevute e per chiederne di nuove. Mio marito e i miei due figli sorridono con me mentre racconto entusiasta la mia gita. Sono contenti di riconoscermi impegnata con gioia in questa nuova avventura. Vorrei poter fare qualche critica costruttiva, ma non trovo alcuna pecca all’organizzazione. Non mi resta che ringraziare di cuore, sia in cielo che in terra, chi ha permesso tutto questo. |
È stata una delle giornate indimenticabili, piene di input che ahimè tornando a casa mi hanno fatto pensare.... Innanzitutto il tema portante del pellegrinaggio:”fate quello che vi dirà” Dirà chi? Ovviamente Gesù rispondo …… In fondo solo questo è ciò che ci qualifica come appartenenti alla famiglia di Dio. Ma quante volte noi lo ascoltiamo? Quante volte mettiamo in pratica gli insegnamenti da Lui trasmessi? Solo in momenti di sconforto, quando l’università e gli esami non sono il massimo,quando ormai ci diamo per spacciati e senza voglia di andare avanti, allora una Luce ci illumina, una Mano ci afferra e ci guida fino al raggiungimento della meta. Quella luce e quella mano non sono nient’altro che Gesù, che con il suo amore incondizionato ascolta tutti noi e ci consola in qualsiasi momento bello o brutto che sia. Allora io penso che non bisogna solo nominarlo nei momenti difficili o insuperabili, ma in ogni momento, anche solo per ringraziarlo e dire Lui:”Gesù anche se non mi faccio il segno di croce prima di ogni attività io ti penso lo stesso!” Prova tangibile sono le testimonianze dei ragazzi, in particolare di quelli provenienti dal territorio di Scampia, che più di tutti si trovano a vivere una realtà difficile, piena di pregiudizi e ingiustizie correlate alla camorra, ragazzi che nonostante tutto hanno trovato in Gesù la forza di andare avanti, ragazzi che hanno voluto trasmettere la loro fede tra la loro gente, che hanno visto in una bambina rom il volto di Dio, che non l’hanno abbandonata o allontanata ma, proprio come Lui ci ha insegnato, l’hanno presa per mano e aiutata. Penso che per i giovani d'oggi sia stato un grande spunto di riflessione, un invito a prendere seriamente il Vangelo in mano, portarlo nelle nostre vite e viverlo fino in fondo! Non solo dobbiamo ascoltare, quindi, le parole di Gesù e metterle in pratica, ma dobbiamo farlo ancora meglio! Dobbiamo fare davvero"tutto!” |
Il nostro pellegrinaggio al santuario della Madonna di Pompei è stata un'esperienza molto interessante, innanzitutto, perchè ho rivestito per la prima volta il ruolo di capo pullman, che come tutti gli impegni comporta delle responsabilità ma che mi ha dato modo di conoscere i ragazzi del primo anno e di affrontare la mia paura di leggere davanti alle persone, in quanto durante il viaggio di andata, ho letto le lodi mattutine. Inoltre per quanto concerne il pellegrinaggio in sé per sé devo dire che sono rimasta molto colpita sia dalle testimonianze delle ragazze di Scampia, sia dallo spettacolo effettuato dai ragazzi della scuola d'arte, anche perchè l'alternanza dei momenti di testimonianza e quelli del musical ha fatto in modo da rendere più animato e divertente questo pellegrinaggio. Concludo dicendo di essere molto soddisfatta di questa esperienza che ho molto sentito anche dal punto di vista spirituale. |
Il nostro pellegrinaggio è iniziato con l’ascolto di una registrazione durante il viaggio, che mi ha fatto innanzi tutto capire cos’è realmente un itinerario spirituale. Mi ha colpito il senso di fratellanza attraverso le chiacchierate , le risate tra noi della scuola P.L.Tezza. E’ stato quasi come rivivere una gita scolastica,ovvero mi sono ritrovato in un gruppo di ragazzi che hanno espresso la gioia di far parte di una collettività,con lo scopo comune di sollevare le nostre anime attraverso la gioia di stare insieme e di contribuire con il nostro Coro all’omaggio della Madonna di Pompei. Nonostante la pioggia e i primi segni dell’inverno,si è percepito nell’aria un calore dovuto alla devozione che in tanti hanno condiviso per la giornata. Tutto il dì,è stato basato su un capitolo del Vangelo secondo Giovanni: Le nozze di Cana. Durante la celebrazione, ci si è soffermati più volte su una frase che possiamo leggere tra le righe: ”Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e,quando si è già bevuto molto,quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora.” Nonostante questa frase sia molto significativa, mi sono soffermato di più su un altro aspetto,ovvero proprio quello delle Nozze. Gesù compie il suo primo miracolo,ovvero la trasformazione dell’acqua in vino, durante un avvenimento importante,ovvero durante l’atto del matrimonio. Credo che l’unione tra un uomo e una donna generi un amore molto simile a quello che c’è tra un essere umano e Dio. Non credo sia casuale questa scelta da parte di Gesù di compiere il primo miracolo durante una celebrazione così importante. Con il termine matrimonio si intende un legame fra due o più persone finalizzato alla formazione di una famiglia;Gesù trasforma l’acqua in vino non in un banchetto qualsiasi,ma durante un atto di amore che simbolicamente può ritrarre come i due sposi il Signore e l’essere umano,e affida alla Chiesa il compito di creare una grande famiglia. E’ stata un’esperienza memorabile,che mi ha sorpreso e mi ha arricchito da un punto di vista culturale e spirituale. Oltre a ciò devo anche ammettere che mi sono molto divertito...noi ragazzi abbiamo creato un’atmosfera unica,quell’atmosfera,che a mio parere è padrona del Pellegrinaggio. |
Ieri 20 novembre 2010, tutta la mia scuola ha partecipato all’ VIII pellegrinaggio universitario che si è svolto a Pompei. È stata una giornata molto lunga e faticosa ma è riuscito tutto molto bene. La giornata si è svolta con un incontro all’aperto al di fuori del Santuario di Pompei con un cardinale e con un gruppo di giovani che si è esibito in diverse danze e canti. In seguito ci siamo tutti riuniti in una grande sala dove abbiamo mangiato e poi nel pomeriggio si è svolta la messa. La cosa che mi ha colpito di più di tutto il pellegrinaggio è stata proprio la Santa messa perché facendo parte del coro, mi sono sentita parte integrante della celebrazione. È stata per me una bellissima esperienza che consiglio a tutti, è un modo per avvicinarsi di più al Signore e integrarsi di più con il proprio gruppo di amici. |
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