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10.06.30 Sine dominico non possumus

Lettera degli universitari di Roma
 
Sine dominico non possumus - Non abbiamo cercato invano!
 
Cari amici,
in questi anni di Università stiamo vivendo insieme tante esperienze, talvolta liete e stimolanti, talvolta tristi e deludenti.
Per molti di noi studenti la domenica è un giorno come gli altri; forse più faticoso perché si deve recuperare lo studio, riordinare la casa, o tornare a Roma dopo un lungo viaggio. Insomma sembra che la Domenica chiuda un tempo pesante, in attesa di una settimana che si desidera più leggera. Per altri è il giorno del riposo dopo un week-end di svago e di momenti di socializzazione che si prolungano fino al punto da operare una netta cesura con la vita ordinaria.

Ci chiediamo: possibile che il tempo sia fatto soltanto di azioni ripetitive e spesso inappaganti e che la Domenica ceda il passo alla stessa routine che riempie semplicemente di anni la nostra vita, piuttosto che donare vita ai nostri anni?
Per noi  la Domenica è il giorno dei giorni, il primo della settimana, un esperienza di incontro con il desiderio tutto umano di infinito, perché non appiattisce il tempo che viviamo, ma al contrario lo trasforma nell’opportunità di toccare quel desiderio, senza fuggirlo, ma piuttosto assaporandolo.

L’Eucarestia domenicale si fa centro del nostro tempo perché ci permette di incontrare un Dio che è vivo e che cammina con noi, che ci parla e che ci ascolta. E’ questo incontro la sorgente della nostra speranza. Con Lui inizia una nuova settimana: la storia non è più un susseguirsi indefinito di eventi da vivere passivamente, perché c’è Lui che ci rende protagonisti della nostra storia.

Possiamo così tornare il lunedì nelle nostre aule universitarie con la fiducia che è possibile costruire una comunità accademica a servizio della civiltà dell’amore, piuttosto che meramente autoreferenziale. Quanta solitudine, infatti, sperimentiamo nelle nostre vite quando nelle nostre aule mancano testimoni del cammino della ricerca!

Se la Domenica è il giorno del Signore, dell’incontro con il Signore, allora è anche il giorno dell’uomo, di quell’uomo in ricerca ed assetato di infinito a cui non basta vivere un tempo privo di senso.

Nel volto di Colui che per noi è stato Crocifisso, l’uomo può comprendere la sua grandezza e dignità. Per questo la Domenica è un dono da vivere insieme. E’ il dono di Colui che ci offre la gioia e la speranza, è l’incontro con Gesù Risorto.

Questa è la nostra esperienza: Non abbiamo cercato invano!
Certi che ciò può accadere per tutti, con gioia vi diciamo: “Sine dominico non possumus!”
 
Roma, Solennità del Corpus Domini 2010
 
Gli studenti della pastorale universitaria di Roma
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